.. ”in un remoto passato, all’imbrunire solitario del sole, un corno suonava imponente  sancendo il passaggio dalla luce all’oscurità: era giunta l’ora… l’ora in cui ogni donna  comprendeva che fosse necessario porre un lume sull’uscio della propria dimora… era  l’unico modo per indicare ai propri mariti, di ritorno dal gravoso lavoro nei campi, la  strada verso casa attraverso le tenebre… la città, fino a pochi istanti prima immersa nell’oscurità più disarmante, si accendeva in un  tripudio di mille e mille luci palpitanti..  ed ecco lo spettacolo che si poneva innanzi ai solitari viandanti che scorgevano da lontano il  piccolo miracolo.. i loro occhi colmi di gioia e stupore rimiravano il cielo stellato riflesso nei  Sassi di Matera.. o, forse, i Sassi di Matera riflessi nel cielo stellato” ..

μετέωρον”, metéoron: cielo stellato, appunto.

Questo il nome con cui una delle tradizioni attribuisce a Ottaviano Augusto l’aver ribattezzato Matera; dopo che l’esercito romano la distrusse, l’imperatore volle fortemente ricostruire la civitas.

Il cronista Eustachio Verricelli, nel 1595, descrisse l’emozione indimenticabile delle fiammelle poste innanzi a ogni soglia, usanza che affonda nella notte dei tempi e che lo colpì a tal punto da spingerlo a narrare che “Qua le stelle stan sotto i piedi e non sopra la testa!”.

Fantastica realtà o reale fantasia: Matera è esattamente questo.
Connubio perfetto di sogno e magia che si può vivere nella quotidiana e straordinaria unicità del suo gioiello più prezioso: i Sassi.

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